mercoledì 25 novembre 2009

volantino in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne


NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE!
LA VIOLENZA HA MOLTE FACCE

La violenza sulle donne, così come definita nella Dichiarazione per l'Eliminazione della Violenza sulle Donne emanata dalle Nazioni Unite nel 1993, è "qualunque atto di violenza sessista che produca, o possa produrre, danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche, ivi compresa la
minaccia di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata".
La prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne europee tra i 16 e i 44 anni è la violenza dei mariti, dei fidanzati, dei compagni, dei padri.

E' dentro casa che avviene il 90% di stupri, maltrattamenti, violenze fisiche e psicologiche degli uomini sulle donne.

Ogni 4 minuti in Italia , ogni 90 secondi negli Stati Uniti una donna viene stuprata.

Il femminicidio per ‘amore’ di padri, fidanzati o ex mariti è una vergogna senza fine che continua a passare come devianza di singoli.

Stiamo assistendo impotenti ad un grave arretramento culturale, rafforzato da una mercificazione senza precedenti del corpo delle donne.

La violenza sulle donne è accettata storicamente e socialmente. Viene inflitta senza differenza di età, colore della pelle o status.

Senza una battaglia culturale che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo, non sarà possibile attivare un nuovo patto di convivenza tra uomini e donne che tanto gioverebbe alla parola civiltà.

E’ VIOLENZA IL MANCATO ACCESSO DELLE DONNE E DELLE BAMBINE ALLE CURE SANITARIE, ALL’ISTRUZIONE,ALL’OCCUPAZIONE LAVORATIVA, ALL'INFORMAZIONE, AI SERVIZI ED ALLE RISORSE !
E’ VIOLENZA LA NEGAZIONE DELL’IDENTITÀ FEMMINILE DA PARTE DEL CONTESTO SOCIALE DI RIFERIMENTO !
PARTECIPIAMO NUMEROSE ALLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE
sabato 28 novembre a Roma
ore 14 da P.zza della Repubblica a p.zza S.Giovanni

venerdì 17 aprile 2009

18 aprile - manifestazione antirazzista ore 15.30

Abbiamo partecipato come “Libere tutte” all'organizzazione della giornata antirazzista, contro il cosiddetto “pacchetto sicurezza” che si terrà il 18 aprile in P.zza Indipendenza dalle 15,30 alle 19,30.
Vi abbiamo portato il nostro contributo di femministe, sottolineando come ancora una volta il Governo usi il corpo delle donne, adducendo in modo pretestuoso gli episodi di violenza di strada sulle donne per far passare misure restrittive e per giustificare scelte autoritarie e illiberali. Eppure sappiamo bene che il 90% degli stupri avviene tra le mura domestiche!

Il 4 febbraio scorso il Senato ha varato il cosiddetto Pacchetto Sicurezza (ddl 733), che contiene, tra l'altro, una modifica all'articolo 35 del Testo Unico sull'Immigrazione (Dlgs 286-1998) che elimina la garanzia, per gli irregolari che vanno a curarsi, di non essere segnalati da parte dei sanitari. Un vergognoso provvedimento che impedisce di fatto alle cittadine e ai cittadini stranieri, non in regola con il permesso di soggiorno, di accedere alle prestazioni sanitarie.

Ancora una volta le donne sono le più colpite perché hanno bisogno di tali strutture non solo quando sono malate ma anche in caso di maternità o di interruzione della gravidanza.
Repressione e controllo giungono sin dentro le corsie degli ospedali, dove dovrebbero essere garantiti diritti universali come quello alla salute e alle cure!!

Quante saranno le donne che, pur di evitare l’espulsione o di vedersi portare via i i figli non ricorreranno più alle strutture sanitarie per partorire. Quante donne ricorreranno di nuovo all'aborto clandestino mettendo così a rischio la propria vita?

Partecipiamo numerose alla manifestazione!

venerdì 10 aprile 2009

giovedì 16 aprile - incontro con Mariella Gramaglia

Al Giardino dei Ciliegi
Giovedì 16 aprile
2009 ore 18,00
Via dell’Agnolo 5 – Firenze
Incontro con Mariella Gramaglia
“Indiana. Nel cuore della democrazia più complicata del mondo”
(Donzelli, 2008)
Introduce Anna Picciolini

… mille incontri, mille sforzi, mille sguardi diversi…Lascio che le indiane e gli indiani mi cambino e mi facciano apprendere … Le mie amiche di Sewa…a me viene naturale pensarle come sorelle maggiori…

giovedì 2 aprile 2009

8 aprile - presentazione libro

Mercoledì 8 ore 17 - Giardino dei Ciliegi
Cecilia D’Elia presenta il suo libro: “L’aborto e la responsabilità. Le donne, la legge, il contrattacco maschile” (Ediesse 2008).
Introduce Grazia Zuffa. Coordinano Mara Baronti e Anna Picciolini.


La legge 194 ha compiuto trent’anni. Dalla sua approvazione la questione dell’aborto non ha mai smesso di essere un nervo scoperto del dibattito pubblico italiano, pronto a farsi sentire a ogni delicato passaggio della vita politica e culturale del nostro paese. A partire da una rilettura dei testi femministi e del dibattito politico e istituzionale dell’epoca, questo libro ricostruisce il processo di elaborazione del principio di autodeterminazione da parte delle donne e le vicende che portarono nel 1978 all’approvazione della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza. Sin da allora la questione dell’aborto rese evidente lo scarto tra la nuova coscienza della donne e le norme che avrebbero dovuto riconoscerla. L’autrice riparte da questo scarto e dalla diversità di piani tra le riflessioni del movimento femminista e il dibattito tra le forze politiche per offrire una rilettura di trent’anni di conflitti che hanno al centro il riconoscimento della soggettività femminile, della sua libertà e responsabilità.

Cecilia D'Elia, laureata in filosofia, femminista, fa parte del Consiglio scientifico del Crs. Impegnata da qualche anno nel governo locale, è stata prima presidente della Commissione delle elette della Provincia e poi assessore alle Pari opportunità del Comune di Roma. Attualmente è vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia di Roma.

martedì 31 marzo 2009

programma di aprile del giardino dei ciliegi

da www.ilgiardinodeiciliegi.firenze.it


Giovedì 2 ore 17,30

Franca Zoccoli presenta il suo libro “Futuriste italiane nelle arti visive”. Interviene l’autrice, introduce Cecilia Bello. In collaborazione con l’assessorato P.I.-Progetto Donna del Comune di Firenze.

Sabato 4 ore 17

Ai Sabati letterari del Comune di Pelago-Assessorato alla Cultura (in collaborazione con il Giardino) presentazione del libro su epistolari ‘800/900 “Corrispondersi”. Intervengono il Sindaco Marcello Uliviero, l’Assessore Gianluca Cotoneschi, Clotilde Barbarulli e Liana Borghi (per il Giardino dei Ciliegi).

Martedì 7 ore 21

Quarto incontro del ciclo “Donne e Scienza”: Emilia Giorgetti (ricercatrice Istituto dei Sistemi Complessi ISC-CNR) “Nanoparticelle: il mini/mega mondo”

Mercoledì 8 ore 17

Cecilia D’Elia presenta il suo libro: “L’aborto e la responsabilità. Le donne, la legge, il contrattacco maschile” (Ediesse 2008). Introduce Grazia Zuffa. Coordinano Mara Baronti e Anna Picciolini.

Giovedì 9 aprile ore 17,30

Primo incontro del Corso di Scrittura Poetica con Luigi Oldani

Giovedì 16 aprile ore 18

Mariella Gramaglia presenta il suo libro “Indiana. nel cuore della democrazia più complicata del mondo” (Donzelli 2008). Introduce Anna Picciolini

Venerdì 17 ore 17,30

Incontro con Cristina Bracchi curatrice del libro “Le dissenzienti. Narrazioni e soggetti letterari” (Manni 2007). In collaborazione con l’Assessorato P.I.-Progetto Donna del Comune di Firenze.

Martedì 21 ore

Presentazione del libro di Alberta Bigagli“Libertà e bisogno, autobiografia in breve”. Introduce Mara Baronti. Letture di Anna Biffoli e dell’autrice. Partecipa Fiorella Fantechi dell’Associazione Psicologia e Parola Poetica

lunedì 23 marzo 2009

riunione 1 aprile

La riunione è fissata per le 18.30 al Giardino dei Ciliegi

Questi i temi:

1) organizzazione di Libere Tutte,
2) appello laicità,
3) presentazione del libro di Cecilia D'Elia
4) varie ed eventuali

lunedì 9 marzo 2009

Violenza sessuale, l’emergenza contro il diverso

Violenza sessuale, l’emergenza contro il diverso
Maria (Milli) Virgilio, in Il Manifesto, domenica 1 marzo 2009, p.12

Ai delitti di violenza sessuale i media dedicano ormai ogni giorno la massima visibilità. Il senso comune ne ricava emergenza e recrudescenza, generando così insicurezza e legittimando la richiesta di soluzioni emergenziali, quali la militarizzazione del territorio. Eppure l’analisi non è avvalorata da nessun confronto di dati.
Tanta visibilità dopo tanto secolare silenzio va allo stupro di strada, che è violenza ( sessuale e agita fuori delle relazioni di fiducia) statisticamente minoritaria nell’ambito della violenza maschile e domestica sulle donne.
La questione della libertà femminile dalla violenza maschile ha raggiunto lo spazio pubblico alla fine degli anni 70. Anche allora era in evidenza la violenza sessuale ( i processi per stupro) e la necessità di una modifica normativa.
Ma i movimenti delle donne avevano già consapevolezza che la violenza maschile ( “di genere” ) non era solo sessuale, ma anche fisica, psicologica, economica e che era “domestica”, nel senso di allignare prevalentemente nelle relazioni di prossimità, nonché di trovare origine nei rapporti di potere uomo/donna che nella famiglia trovano il luogo privilegiato di costruzione. Da qui erano nati i centri antiviolenza e la richiesta di misure legislative quali l’ordine di allontanamento del maltrattatore.
Da allora le richieste sono state di finanziare un Piano nazionale contro la violenza di genere (il primo e ultimo Min. Pollastrini del 2006) e di normare riconoscimento e valorizzazione dei centri antiviolenza, oltre che di alcuni miglioramenti legislativi.
L’eco mediatico di tutto questo è stato scarso: il silenzio ha avvolto per lunghi anni i delitti e le molte attività di contrasto, cresciute qua e là nei territori, per lo più con il coinvolgimento finanziario degli enti locali.
D’un tratto l’iniziativa politica nazionale e locale spinge sull’acceleratore, ma lo fa utilizzando in modo strumentale e distorto l’”emergenza-stupri”.
Il nuovo reato di stalking (“atti persecutori”, che spesso purtroppo preannunciano fatti maggiormente lesivi) aveva proceduto con i tempi parlamentari, mentre i tempi più rapidi del decreto erano stati riservati al tema della violenza sessuale, ma decidendo di affrontarlo solo in alcuni parzialissimi aspetti e non nella complessità che meriterebbe. Così nei provvedimenti Maroni per la sicurezza pubblica, appena approvati dal Senato, erano stati inseriti il divieto di sostituire il carcere con gli arresti domiciliari e l’arresto in flagranza per gli autori di stupro (ma non per l’ex che assassina la donna che ha osato interrompere la relazione sentimentale). Era passata anche la difesa legale a spese dello stato (da anni era stata chiesta per le donne che subiscono violenza maschile) e senza alcun limite di reddito, ma solo per le donne che hanno subito violenza di tipo sessuale.
Poi, ancora al rialzo legislativo/penale. I tempi parlamentari sono sembrati troppo lunghi al Governo, che ha voluto procedere con decreto legge governativo contenente norme in parte “già approvate da un ramo del Parlamento”(?!), giustificando la “straordinaria necessità e urgenza”, indispensabili per scavalcare il Parlamento, con “l’allarmante crescita di episodi collegati alla violenza sessuale”. Così ricominciamo dal punto di partenza. Nel decreto d’urgenza vengono infilati anche lo stalking e le ronde e l’ergastolo per l’omicidio in occasione (?!) di violenza sessuale.
Tutte queste novità legislative sono intitolate alla sicurezza “pubblica”, ma in sostanza riservate ai migranti e alle restrizioni nei loro confronti. Sta qui la chiave di lettura. Per realizzare l’obiettivo di tutelare le “nostre” donne è stato scelto l’approccio contro il migrante, cioè quello contro il differente, costruito come “il nemico” che sporca tutto, strade, cose e donne. La coincidenza, fondata su valori patriarcali, può superare gli schieramenti. Paga sul piano dell’immagine mediatica. Compatta contro un nemico comune e – quel che conta – giustifica scelte autoritarie e illiberali. Cosa importa che produca differenze e esasperi esclusioni! Ma soprattutto non ha nulla a che vedere con la libertà femminile. Anzi riduce la libertà di tutte e di tutti.

venerdì 27 febbraio 2009

7 marzo ore 14,30 - manifestazione fiorentina!

SABATO 7 MARZO FIRENZE MANIFESTAZIONE
ritrovo ore 14.30 LARGO ANNIGONI
(lato mercato Sant’Ambrogio)

LOTTARE PER ESSERE LIBERE DI ESSERE

Ogni giorno vediamo peggiorare le condizioni materiali della nostra vita e vengono rimesse in discussione le conquiste e i diritti ottenuti dalle donne.
Non dobbiamo essere noi le prime ad uscire dal mercato del lavoro e a pagare per la crisi di un sistema finanziario ed economico che altri hanno costruito a proprio vantaggio.
Sappiamo che il lavoro di cura delle donne da sempre sostituisce le carenze dello stato sociale: chiese e stato impongono il “ruolo naturale ed essenziale delle donne all’interno della famiglia” ed a fronte dell’esigenza di potenziamento dei servizi sociali, sanitari, scolastici che permetterebbero alle donne uguali opportunità e libertà di scelta, lo stato risponde con lo smantellamento dei servizi stessi.
Alle donne migranti va riconosciuto il diritto ad avere condizioni di vita e di lavoro che consentano loro di tenere con sè figli e figlie, ad essere accompagnate in percorsi verso l’inclusione e la piena cittadinanza.
Noi donne native e migranti, non siamo una parte debole della cittadinanza da tutelare, ma una grande forza per il cambiamento della società italiana
Le donne vogliono essere libere, nelle case prima ancora che nelle strade, perchè la violenza degli uomini contro le donne è il prodotto di una cultura patriarcale, di sopraffazione e dominio.
“Lo stupro ha un sesso, ma non ha passaporto”: il 70% degli stupri denunciati avviene fra le mura domestiche per mano di familiari. A che servono i soldati per strada? A che servono le ronde, che portano nelle nostre città un clima da far-west?
Le donne non vogliono essere strumentalizzate per limitare libertà e diritti.
E’ necessario che la scuola, fin dai primissimi anni, faccia crescere nei bambini e nelle bambine la capacità di vivere relazioni uomo – donna di rispetto reciproco, contro gli stereotipi di cui sono pieni i libri di testo.
E’ indispensabile contrastare tutti i fondamentalismi e affermare la laicità dello stato come condizione di libertà possibile per donne e uomini. Una società laica e democratica si fonda sulla parità dei diritti e la partecipazione paritaria delle donne in tutti i luoghi decisionali.
Rivendichiamo l’autodeterminazione di ciascuna e di ciascuno nelle scelte di vita, di orientamento sessuale, di maternità, di fine vita.

PERCORSO: BORGO LA CROCE- VIA PIETRAPIANA- BORGO ALBIZI- VIA DEL CORSO- VIA CALZAIUOLI- PIAZZA SAN GIOVANNI- VIA ROMA- PIAZZA DELLA REPUBBLICA e RITORNO fino a PIAZZA DEI CIOMPI

CENA LibereTutte ore 20

PRESSO IL CIRCOLO ARCI ISOLOTTO IN VIA MACCARI
21 EURO
prenotazione obbligatoria entro giovedì 5 tel. 055-780070

A SEGUIRE dalle ore 22 SPETTACOLI AD INGRESSO LIBERO
“VERONA CAPUT FASCI” di Elio Germano e Elena Vanni
con Elena Vanni e Raimondo Brandi

“IMMAGINI DI VETRO” Performance di luci e suoni
a cura di Giulia Spugnoli e Mario Stagi

LIBERE TUTTE !!!!!!!!!!!!

venerdì 13 febbraio 2009

18 febbraio - prossima riunione liberetutte

la prossima riunione è fissata per mercoledì 18 febbraio alle ore 18 presso Il giardino dei ciliegi - Via dell'Agnolo n. 5

Si parlerà di:
- organizzazione dell'8 marzo
che si terrà il giorno 7 perchè l'8 cade di domenica.
E' una riunione molto importante, cerchiamo di partecipare tutte!!

lunedì 2 febbraio 2009

4 febbraio - prossima riunione libere tutte

la prossima riunione è fissata per mercoledì 4 febbraio alle ore 18 presso Il giardino dei ciliegi - Via dell'Agnolo n. 5

Si parlerà di:
- organizzazione dell'8 marzo
- preparazione dell'incontro con Eros Cruccolini e Marzia Monciatti
- preparazione degli interventi al convegno "Per un'etica laica"
- varie ed eventuali

giovedì 29 gennaio 2009

Sappiamo cosa è la legge n.194 del 22 maggio 1978?

La legge reca il TITOLO: “ Norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza”

L’ Articolo 1 precisa che “lo Stato GARANTISCE la procreazione cosciente e responsabile, RICONOSCE il valore sociale della maternità, TUTELA la vita umana dal suo inizio”.
Sempre l’ Articolo 1 afferma che “l’interruzione volontaria della gravidanza NON è un mezzo per il controllo delle nascite”. Ad evitare che sia usato a tal fine prevede che lo Stato, le regioni e gli enti locali sviluppino servizi socio-sanitari ed altre iniziative necessarie, ciascuno secondo le proprie competenze.

L’ Articolo 2 stabilisce che i consultori familiari “assistono la donna in stato di gravidanza” fornendole informazioni sui servizi esistenti sul territorio, sulla tutela dei diritti che le spettano sia in ambito sociale che lavorativo e “ contribuendo a far superare le cause che potrebbero indurre la donna all’interruzione della gravidanza”.
Stabilisce ancora che per “aiutare la maternità difficile dopo la nascita” i consultori possano ricevere collaborazione da formazioni sociali ed associazioni del volontariato.
Sancisce infine che nelle strutture sanitarie e nei consultori è consentita anche ai minori la somministrazione di mezzi necessari “ per conseguire le finalità liberamente scelte in ordine alla procreazione responsabile”

L’ Articolo 3 riguarda gli aspetti economici relativi alla copertura finanziaria per l’attuazione dei compiti che la legge prevede.

Dalla lettura dei primi tre articoli della legge risulta quanto sia improprio e fuorviante chiamare la 194 “LEGGE SULL’ABORTO”, mentre è ben chiaro, a partire dal titolo, che la legge medesima è finalizzata a tutelare la maternità ed a garantire la procreazione cosciente e responsabile.

Interruzione volontaria della gravidanza(IVG)entro i primi novanta giorni

L’ Articolo 4
stabilisce che è praticabile quando “la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la salute fisica o psichica” della donna “in relazione o al suo stato di salute o alle sue condizioni economiche, o sociali, o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito”.
E’ la donna che personalmente si rivolge a un consultorio pubblico o ad una struttura socio-sanitaria a ciò abilitata dalla regione o a un medico di sua fiducia.

L’ Articolo 5
precisa che all’esame delle circostanze prospettate dalla donna si procede insieme alla donna medesima - e con il padre del concepito, ove la donna lo consenta - ad opera degli operatori dei consultori o della struttura socio-sanitaria i quali, garantiti i necessari accertamenti medici, nel rispetto della dignità e della riservatezza della donna e della persona indicata quale padre del concepito, “hanno il compito, in ogni caso” di cercare le possibili soluzioni dei problemi da lei proposti “offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza, sia dopo il parto”.
Analoghi compiti sono affidati al medico di fiducia. Quando nel corso delle indagini previste si riscontrano condizioni tali da rendere urgente l’intervento, la donna riceve il certificato attestante l’urgenza, con il quale può presentarsi subito ad una delle sedi autorizzate a praticare l’IVG.
Quando non viene riconosciuta l’urgenza, la donna riceve copia di un documento che attesta o stato di gravidanza e la sua richiesta di interruzione, sottoscritto anche da lei, e viene invitata a soprassedere per sette giorni, trascorsi i quali potrà ottenere l’IVG presso le strutture autorizzate.

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