giovedì 9 dicembre 2010

Approvata dal Consiglio Comunale di Firenze la Mozione per contrastare la pubblicità offensiva


L'impegno di Libere Tutte per la Campagna Udi "Immagini Amiche" ha portato all'approvazione all'unanimità, da parte del Consiglio Comunale di Firenze del 25 novembre scorso, della mozione Adesione alla campagna UDI per contrastare la pubblicità offensiva della dignità delle donne”, in cui si invita il Sindaco e la Giunta


"ad applicare per quanto di propria competenza la Risoluzione Comunitaria n. 2038 del 3 settembre 2008 del Parlamento Europeo sull’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini, che indica come inammissibile il modello pubblicitario lesivo verso il genere femminile;


a chiedere al Governo e alla Regione, per quanto di competenza, di dare immediata attuazione alla Risoluzione Comunitaria n. 2038/2008 del Parlamento Europeo:


ad inserire nel bando di gara della concessione spazi pubblicitari, l’obbligo da parte del concessionario di aderire al codice di autodisciplina di comunicazione commerciale dell’istituto di autodisciplina pubblicitaria"

Il testo completo della Mozione n. 1085/2010 è consultabile qui dalla rete civica del Comune di Firenze.

sabato 23 ottobre 2010

Salviamo i consultori della Regione Lazio

LIBERE TUTTE aderisce all'appello
"SALVIAMO I CONSULTORI DELLA REGIONE LAZIO DALLA PROPOSTA DI RIFORMA TARZIA".

Della proposta di legge del Consiglio Regionale Lazio n. 21 del 26 maggio 2010 "Riforma e riqualificazione dei consultori familiari" avevamo già parlato qui.

Le donne e gli uomini della Regione Lazio
dicono NO
alla proposta di legge Tarzia (e altri) perché:

- cancella un patrimonio pubblico di grande valore, frutto di lotte e di conquiste sociali e civili delle donne, che hanno garantito la salute per tutti;
- sovverte l’attuale modello dei servizi consultoriali che garantiscono una maternità libera e consapevole;
- sposta ingenti somme a favore di associazioni private che, in quanto tali, hanno obiettivi diversi da quelli di una struttura pubblica che si rivolge a tutte e tutti, rispettandone la sensibilità.

Dicono SI

alla piena applicazione della legge in vigore (15/76) attraverso:

- la salvaguardia dell’intero campo di applicazione dei compiti assegnati ai Consultori (servizi alle donne, alla maternità, alle famiglie, alle e agli adolescenti, assistenza psicologica individuale e di coppia, ecc);
- lo stanziamento di risorse adeguate (economiche, di personale, di strutture idonee) affinché i Consultori siano messi nella condizione di ben operare e venga finalmente riconosciuta e apprezzata l’alta professionalità delle operatrici e degli operatori;
- il rispetto di intese già approvate come il “percorso nascita” del Piano Sanitario Regionale e la certezza dell’applicazione della Legge 194;
- l’apertura di un Consultorio ogni 20.000 abitanti così come già previsto;
- la conferma del carattere di struttura pubblica dei Consultori e del Personale che vi opera nonché del carattere di laicità e quindi di rispetto delle diverse sensibilità e culture di chi si rivolge ai servizi consultoriali.

CHIEDONO

il ritiro della proposta di legge Tarzia e un impegno della Giunta regionale e del Consiglio ad adoperarsi nell’azione di rafforzamento degli attuali Consultori.


Qui il link diretto alla petizione online

lunedì 18 ottobre 2010

Incontro con Lorella Zanardo il 22 ottobre


Casa del Popolo di S. Bartolo a Cintoia


Via di S. Bartolo a Cintoia n. 95 Firenze



LIBERE TUTTE!!


Donne e Uomini insieme


contro il sessismo di tv e media



venerdì 22 ottobre 2010 ore 21


“Il corpo delle donne”

il documentario e il libro presentati dall’autrice Lorella Zanardo



Coordina la Rete delle donne Libere Tutte

Interviene il Coordinamento Donne della CGIL di Firenze



Ore 18.30 inaugurazione mostra fotografica “LETTURE”

di Stefano Bacci e Sara Toccafondi


A seguire buffet


Ore 21 proiezione documentario e presentazione libro

giovedì 14 ottobre 2010

Proposta Tarzia sui Consultori: riforma o controriforma?


Maria Rosaria Marella, docente di diritto privato all’Università di Perugia, nell’articolo LAZIO, LA REGIONE ETICA” che pubblichiamo ha svolto un rigoroso esame della proposta di legge regionale “Riforma e riqualificazione dei consultori familiari” presentata dalla consigliera Tarzia ed altri 39 firmatari.


La Marella ne ha evidenziato gli allarmanti contenuti. Si tratta infatti di un pesante ed articolato tentativo di sostanziale controriforma che riguarda l’impianto della Legge 405/75, istitutiva dei Consultori familiari. Il possibile esito positivo dell’operazione apre uno scenario devastante.


Si parte dal totale sovvertimento dell’indirizzo della Legge 405 in ordine alla “ procreazione responsabile nel rispetto delle convinzioni etiche e dell’integrità fisica degli utenti” ed alla “tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento” per negare in assoluto il principio di autodeterminazione e ricondurre il concepito a “membro della famiglia” con tutte le conseguenze del caso.


Il vero punto focale della deprecabile proposta normativa è comunque rappresentato dalla impostazione autoritaria che “invade” l’istituto della famiglia come previsto dall’art.29 della Costituzione quale “società naturale fondata sul matrimonio” piegandola al “raggiungimento di finalità pubblicistiche di volta in volta indicate dal potere politico, così come avvenuto nel Fascismo”. La Marella esprime così la propria preoccupazione nella premessa alla disamina dell’articolato della proposta di legge, nel corso della quale pone in evidenza il vero pericolo che la proposta presenta nel suo complesso: si tratta di un capillare ed insidioso attacco alla Legge 194 che dalla eventuale approvazione dei nuovi istituti previsti dalla proposta medesima uscirebbe del tutto menomata ed offesa e con essa la donna, violata e privata della possibilità di autodeterminarsi.


Basti fare riferimento al “procedimento di accoglienza” al quale la donna sarebbe obbligatoriamente soggetta a sottoporsi prima di fare ricorso all’IVG avvalendosi delle procedure previste dalla Legge 194. Precisa la Marella che tale procedimento, detto appunto di accoglienza, “termina con il consenso o il dissenso informato della donna alle proposte del consultorio, che nell’uno e nell’altro caso provvede con apposita verbalizzazione. A questo punto la malcapitata che si sia sottratta alla catechizzazione del consultorio ha finalmente accesso al “secondo procedimento” , cioè all’iter disciplinato dalla L.194.


Il messaggio è inequivoco e l’allarme più che fondato.


Graziella Rumer Mori



M. Rosaria Marella "LAZIO, LA REGIONE ETICA"


"La proposta di legge regionale “Riforma e riqualificazione dei consultori familiari” presentata da Tarzia e altri 39 firmatari (quattro PD) ridisegna la fisionomia dei consultori nel Lazio, ma ha in realtà ben altra ambizione: quella di rifondare i rapporti fra il pubblico potere e gli individui, e quelli fra l’ente pubblico e le formazioni sociali intermedie, assegnando rilevanza pubblicistica a famiglie e associazioni, secondo un progetto che prelude all’avvento di un’era nuova - anzi vecchia, ma in pieno revival: l’era della Regione Etica...


leggi il resto


nella foto: volantino di protesta dell'Assemblea permanente delle donne a Roma contro la proposta di legge Tarzia

venerdì 8 ottobre 2010

Il Tribunale di Firenze rinvia alla Consulta la legge 40. Intervista con Claudia Livi


A seguito del ricorso di una coppia il Tribunale di Firenze ha rinviato alla Consulta la legge 40 per la parte che vieta la fecondazione eterologa, giudicata incostituzionale perché lede il diritto alla salute e i diritti fondamentali dell'uomo sanciti dalla Carta.

Nell'esprimere soddisfazione per questa decisione che rafforza e sviluppa le posizioni già da noi evidenziate nei precedenti post sull'argomento, pubblichiamo l'intervista di Jacopo Storni a Claudia Livi, ginecologa della coppia fiorentina che ha presentato il ricorso, apparsa su Il Manifesto del 7 ottobre.

"Merito dei pazienti - Per la quarta volta la Corte Costituzionale è chiamata a giudicare la legge pro-life sulla procreazione assistita. Dopo l'abrogazione del divieto alla conservazione degli embrioni, il Tribunale di Firenze rinvia l'eterologa.

Ha accolto la notizia esultando: "E' un successo enorme, un passo avanti verso il diritto alla famiglia". Claudia Livi, la ginecologa che ha seguito la coppia che ha presentato ricorso al Tribunale di Firenze, è ancora raggiante per lo stop dei giudici alla legge 40. Il suo telefono è in ebollizione, ma lei non risparmia commenti, consapevole dell'importanza storica dell'evento.

Dottoressa Livi, come ha accolto la sentenza del Tribunale di Firenze?

Come un fulmine a ciel sereno. Nel senso che nessuno se l'aspettava. La giovane coppia ha presentato ricorso a gennaio. Attendevamo da mesi la sentenza, ma ero molto scettica. Più volte ho manifestato all'avvocato della coppia il mio pessimismo. Mi sono dovuta ricredere, e il fatto sorprendente è che questo stop sia arrivato in concomitanza con il premio Nobel appena assegnato a Edwards, il padre della fecondazione assistita.

Perché questa sentenza è importante?...

lunedì 20 settembre 2010

L'immagine e il corpo delle donne a Calenzano

Avamposti Calenzano Teatro Festival
presenta
"L'immagine e il corpo delle donne"
Martedì 21 settembre
Altana del Castello di Calenzano, ore 21

IL CORPO DELLE DONNE
proiezione del documentario di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù
a cura di Libere Tutte

CARE RAGAZZE
presentazione del libro di Vittoria Franco a cura dell’autrice

A seguire, nel Giardino del Castello:

BELLA TUTTA
i miei grassi giorni felici
di e con Elena Guerrini
regia di Andrea Virgilio Franceschi
scene di Martina Troiano / costumi di Agnes Esenzyi
produzione Compagnia Elena Guerrini
Il programma completo qui

venerdì 30 luglio 2010

Lettera aperta al Presidente Rossi: il seguito

Mentre spedivamo la lettera aperta è uscita la seguente presa di posizione del Presidente Enrico Rossi sulla Ru486.

“Il ricovero ordinario non è l'unica strada per somministrare la Ru486 in Toscana. La Regione, la prima ad acquistare la pillola abortiva all'estero già nel 2005, ha sì delle linee guida che prevedono la permanenza della donna in ospedale ma non dettano un obbligo: si può scegliere anche il day hospital. Le linee guida sono state fatte dai medici, cioè dal consiglio dei sanitari. Però non sono vincolanti, ogni professionista decide sotto la sua responsabilità, sia se rimandare la donna a casa dopo aver preso il farmaco, sia se farla restare ricoverata".

Successivamente, in un articolo su Il Manifesto del 27 luglio, esprimiamo soddisfazione per la presa di posizione di Enrico Rossi sulla Ru486 e sollecitiamo risposte alle altre questioni poste dalla lettera aperta.

IL MANIFESTO - 27.07.2010 Cronaca di Firenze
ANCORA AVANTI PER APPLICARE LA LEGGE 194
La rete di associazioni delle donne di Firenze "Libere Tutte" esprime soddisfazione per le aperture del presidente regionale Enrico Rossi riguardo all'uso della pillola abortiva Ru486 in regime di day hospital. Rossi spiega: "Quella farmacologica è una metodica di intervento per procurare l'aborto che si affianca a quella chirurgica. Si tratta di applicare la legge 194, come farlo è solo un dato tecnico, la cui competenza è prima di tutto dei medici e riguarda il rapporto speciale che c'è tra l'operatore e la paziente. Le linee guida regionali (che prevedono il ricovero di tre giorni, ndr) non sono vincolanti". Su questo punto era in corso una discussione: la Regione Toscana, seguendo le direttive nazionali che, proprio per scoraggiare l'utilizzo di tale metodica, prevedono l'ospedalizzazione di tre giorni, non aveva prospettato, a differenza dell'Emilia Romagna, la possibilità del day hospital. Come Libere Tutte avevamo inviato, nei giorni scorsi, una lettera aperta a Enrico Rossi che sollecitava un ripensamento della Regione al riguardo, e poneva anche altre questioni. Siamo convinte che le aperture del presidente siano importanti, ma riteniamo pure che, per una piena applicazione della legge 194, debbano essere prese dalla Regione le misure opportune per contrastare il sabotaggio strisciante della legge stessa, costituito dalla crescita progressiva dell'obiezione di coscienza. L'articolo 9 affida infatti alla Regione il compito di controllarne e garantirne l'attuazione, anche attraverso la mobilità del personale. Nella nostra lettera aperta chiedevamo anche la previsione di una corsia preferenziale presso i punti di pronto soccorso ospedaliero, per l'accesso alla contraccezione di emergenza nei giorni festivi e negli orari di chiusura dei consultori; l'istituzione di un apposito sito web che metta in rete realtà e risorse esistenti relative a queste tematiche; infine un incontro in cui poter discutere, con il presidente e con l'assessora alla sanità, delle questioni che abbiamo posto. Speriamo in una sollecita risposta a tutte le nostre richieste.
Luisa Petrucci di Libere Tutte - Firenze

venerdì 23 luglio 2010

Lettera aperta al Presidente Enrico Rossi

Dall'iniziativa “DECIDO IO”, che abbiamo organizzato in occasione dell'anniversario dell'approvazione della legge 194 il 22 maggio, è scaturita l'indicazione di inviare una lettera aperta al presidente della giunta regionale toscana ENRICO ROSSI in merito alla Ru486, alla pillola del giorno dopo, all'applicazione della 194.
Ecco il testo della lettera sottoscritta da 84 persone e da 9 associazioni.

Firenze, 19 luglio 2010

Al Presidente della Giunta regionale toscana Enrico Rossi
Signor Presidente,
le firmatarie ed i firmatari della presente si rivolgono a lei in ragione del suo attuale ruolo, nonché del ruolo da lei precedentemente svolto in seno alla Regione Toscana, per sottoporle alcuni problemi attinenti alla salute delle donne.
Si tratta di problemi largamente noti, emersi con forza nell’incontro del 22 maggio scorso, promosso da Libere Tutte, dal Laboratorio per la Laicità e dal Circolo ARCI Isolotto in occasione della ricorrenza della pubblicazione della Legge 194/78.
In quell’occasione la rete di Associazioni “Libere Tutte” di Firenze ha portato alla discussione il proprio contributo, a lungo elaborato, per ciò che concerne le problematiche correlate all’applicazione della Legge 194/78, nonché alle procedure di somministrazione della RU 486 per l’interruzione farmacologica della gravidanza e della contraccezione d’emergenza, c. d. “pillola del giorno dopo”.
Il ricovero di tre giorni per l’assunzione della RU 486 è inaccettabile ed irragionevole, oltre che non richiesto neanche per l’interruzione chirurgica della gravidanza dalla Legge 194 che, nell’ultimo comma dell’art.8, fa solo riferimento all’eventualità del ricovero “se necessario”. L’obbligo del ricovero contrasta non solo con quanto viene praticato da oltre vent’anni nella maggior parte degli stati europei, ma anche con le soluzioni adottate in altre regioni italiane.
E’ notorio che la prassi attualmente prevalente in Toscana è quella della richiesta di dimissione sottoscritta dalla paziente dopo la prima somministrazione del farmaco, facendo ricadere su di essa qualsiasi responsabilità.
Per quanto attiene alla contraccezione d’emergenza segnaliamo le difficoltà normalmente riscontrate per ottenere la disponibilità dell’apposito farmaco nei tempi prescritti per l’efficace assunzione dello stesso, stante le peregrinazioni e le lunghe attese cui le dirette interessate sono soggette, specie nei giorni e negli orari nei quali non è possibile accedere ai consultori.
Vi è un ulteriore problema collegato a quanto fin qui esposto: l’avvertita esigenza di una apposita rete di informazione, con riguardo alla sessualità ed alla contraccezione, alla quale possano accedere le giovani generazioni al fine di conoscere l’offerta di assistenza, le modalità, i luoghi e gli orari della stessa.
Chiediamo il suo specifico intervento in ordine a quanto segue:
- L’allineamento della regolamentazione delle procedure relative alla somministrazione della RU 486 con quella degli altri paesi europei, con l’esclusione quindi dell’obbligo del ricovero ospedaliero e la previsione della forma del day hospital.
- La previsione di una corsia preferenziale presso i punti di pronto soccorso ospedaliero per l’accesso alla contraccezione d’emergenza nei giorni festivi e negli orari di chiusura dei consultori.
- La istituzione di un apposito sito web che metta in rete realtà e risorse esistenti relative alle tematiche sopra affrontate (vedasi ad esempio il Portale Giovani del Comune di Firenze).
La presente viene formulata quale lettera aperta, data l’importanza sociale dei problemi cui si fa riferimento.
Per un confronto e un approfondimento su quanto abbiamo sopra esposto, le chiediamo un incontro in tempi ragionevolmente brevi.
Restiamo, con fiducia, in attesa della sua risposta.
Libere Tutte - Firenze
Graziella Rumer Mori Luisa Petrucci Debora Picchi
Mara Baronti Marisa Nicchi Mariella Orsi
Alessia Petraglia Fiammetta Gori Claudia Livi
Laura Scillone Margherita Biagini Monica Biondi
Alessandra Vannoni Manuela Giugni Anna Picciolini
Marcella Bresci Laura Albano Maria Paola Costantini
Donella Verdi Anna Bainotti Francesca Spalla
Zoe Vicentini Isanna Generali Dinora Corsi
Daniela Dacci Maria Grazia Campus Anna Soldani
Laura Carpilapi Daniella Vangieri Nunzia Pandoli
Giulia Chibbaro Daniela Verdi Erika Cellini
Tamara Alderighi Elena Pistolesi Alberta Mori
Fiorella Bomé Angela Mancuso Mariangela Sirca
Elisabetta Pini Antonella Catarzi Meri Negrelli
Myriam Verdi Danila Scala Eugenia Galateri
Miriam Massai Anna Bettarini Conny Leporatti
Angela Giordano Maria Ventrici Vanda Berton
Giorgia Massai Sabrina Sezzani Silvia Falcioni
Chiara Giunti Francesca Fici Rosaria Costantini
Valentina Giulietti Giada Tognazzi Liliana Leali
Lucilla Mancini, Barbara Anglani Anna Franca Rinaldelli
Laura Ronchi Abbozzo Laura Sonnino Antioca Manconi

Alfredo Zuppiroli Paolo Sarti Marcello Bausi
Claudio Lombardi Riccardo Torregiani Moreno Biagioni
Alessandro Margara Riccardo Bettini Salvatore Tassinari

Paolo Solimeno Francesco Mori Carlo Vittorio Mori
Andrea Danilo Conte Lorenzo Ferrari Luciano Ariani
Piero Nesi Andrea Biondi Gino Carpentiero

Il Giardino dei ciliegi, Associazione Artemisia, Associazione AdATTA,
Laboratorio per la Laicità, Circolo ARCI Isolotto, Azione Gay e lesbica,
Cittadinanza attiva, Libera Uscita, Associazione per la sinistra unita e plurale

giovedì 22 luglio 2010

Il Modello della Dichiarazione del lavoro delle donne - Se Sessanta ore vi sembran poche

Libere Tutte aderisce all'iniziativa "Se Sessanta ore vi sembran poche - Modello della Dichiarazione del lavoro delle donne".
Si tratta di compilare un modello predisposto sulla falsariga della Dichiarazione dei redditi, per far emergere il dato delle ore di lavoro produttivo e riproduttivo delle donne italiane che i dati europei attestano sulle 60 ore (12 anni di lavoro in più degli uomini).
L'idea è quella di sviluppare una campagna che porti alla presentazione di un numero esteso di moduli compilati anche in occasione delle prossime scadenze fiscali. Le forme possibili di realizzazione sul piano tecnico sono allo studio e verranno vagliate in incontri su varia scala.
Nel frattempo procede la raccolta delle adesioni. Tutte le informazioni e la documentazione sull'iniziativa si trovano qui: http://dichiarazionelavori.xoom.it

martedì 29 giugno 2010

Libere Tutte aderisce alla Campagna Immagini Amiche

Libere Tutte ha aderito alla Campagna Immagini amiche promossa dall'Unione Donne in Italia.
L'iniziativa intende contrastare con un'azione politica puntuale, organizzata e condivisa le immagini lesive e gli stereotipi femminili in pubblicità e altrove.
Oltre a denunciare i singoli esempi negativi nell'ambito della comunicazione pubblicitaria, la campagna prevede anche la valorizzazione di pratiche positive: su queste basi nasce il Premio "Immagini Amiche" , che si rivolge agli operatori della comunicazione per incoraggiarli a contribuire ad un cambiamento creativo della cultura dominante.
Sul sito dell'Udi sono consultabili le iniziative finora intraprese dai numerosi soggetti che hanno aderito e le delibere dei Comuni italiani che hanno fatto propria la Risoluzione del Parlamento Europeo relativa all'impatto del marketing sulla parità tra donne e uomini.
Un'altra sezione è dedicata alle gallerie di immagini "amiche" e "nemiche" che vengono segnalate.
Il termine della campagna è previsto per il 25 novembre 2010 con la presentazione a Bruxelles di Quaderni Bianchi contenenti segnalazioni, iniziative e verifiche del rispetto degli impegni presi da parte di istituzioni e operatori del settore della comunicazione.

mercoledì 16 giugno 2010

Serata al Circolo Lavoratori di Porta al Prato



Martedì 15 giugno 2010 al Circolo dei Lavoratori di Porta al Prato, in via delle Porte Nuove 33 a Firenze il Gruppo Donne Arci e Libere Tutte hanno organizzato un altro incontro della serie:
“Donne e Uomini insieme contro il sessismo di Tv e media”
La serata è iniziata con la proiezione del documentario "Il corpo delle donne" di Zanardo, M.Chindemi e Cantù, ed è proseguita con gli interventi dei due invitati:
Irene Biemmi, ricercatrice all’Università di Firenze,autrice di “Sessi e sessismo nei testi scolastici” e “Genere e processi formativi”;
Paolo Sarti, medico, fondatore del progetto “Maschio per obbligo” contro la cultura della prevaricazione e gli stereotipi al maschile.
Luisa Petrucci di Libere Tutte ha presentato l'incontro e coordinato i numerosi interventi del pubblico che hanno reso possibile un vivo dibattito.
Accompagnava la serata la mostra “Un’Altra Donna”, fotografie di Laura Albano.

sabato 22 maggio 2010

Decido io! Anniversario della legge 194

LibereTutte, Laboratorio per la Laicità e Circolo ARCI Isolotto festeggiano l’anniversario della legge 194
sabato 22 Maggio 2010 dalle ore 15.30 alle 19.30
al Circolo ARCI Isolotto via Maccari 104 Firenze
DECIDO IO! 22 maggio 1978–2010
Legge 194, Legge 40, RU486
Discussione aperta con:
Monica Toraldo di Francia, Grazia Zuffa, Marisa Nicchi, Laura Scillone, Claudia Livi, Graziella Bertozzo, Mara Baronti, Zoe Vicentini, Maria Paola Costantini, Francesca Spalla

A seguire aperitivo e danze popolari dal mondo condotte da Manuela Giugni

Intervista all'avv. Maria Paola Costantini sulla sentenza 151/2009 della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale, con una sentenza da molti ritenuta storica, ha dichiarato incostituzionali alcuni aspetti della legge n. 40 del 2004 sulla Procreazione Medicalmente Assistita, in particolare la possibilità di utilizzare più di tre embrioni a seconda delle condizioni fisiche e dell’età della donna.
Cerchiamo di saperne di più con l’aiuto della dott.sa Maria Paola Costantini, uno degli avvocati protagonisti di questa vittoria, nonché esponente di spicco di Cittadinanzattiva in Toscana.
1) Avv. Costantini può spiegare in maniera più chiara il merito della sentenza della Corte Costituzionale e il suo valore?
R. Innanzitutto occorre chiarire che le sentenze della Corte Costituzionale hanno un valore generale e incidono sull’ordinamento giuridico in modo definitivo, costituendo riferimento per le sentenze dei giudici e per la normativa successiva. Con la sentenza sulla Legge 40 viene riscritta una norma ossia l’art. 14 nei commi 2 e 3 e ciò comporta che nessun atto, sia legislativo sia amministrativo può modificarne il significato. La nuova norma della Legge 40 è già completa in se stessa e non ha bisogno di ulteriori interpretazioni o chiarimenti perché stabilisce un principio a cui tutti i centri devono adeguarsi. Dall’analisi del comunicato contenente il dispositivo nonché dall’ordinanza del giudice Delle Vergini del Tribunale di Firenze (agosto 2008) emergono due questioni rilevanti: il diritto della donna e della coppia nonché il dovere del medico di modulare le tecniche di fecondazione assistita alla luce della condizione sanitaria e di infertilità della coppia; la possibilità di crioconservare gli embrioni ogni qualvolta ci sia un pregiudizio relativo alla salute della donna. Questo si concretizza nel fatto di non avere più un protocollo rigido da rispettare (creazione di tre embrioni e unico e contemporaneo impianto) ma di poter valutare la situazione caso per caso e secondo le evidenze scientifiche: ad esempio produrre più embrioni e trasferire nell’utero materno quelli compatibili con la vita o quelli sani (se si tratta di una coppia portatrice di malattie genetiche gravi); trasferire il numero sostenibile e necessario per la donna (uno o al massimo due se la donna è giovane e cioè sopra i 35 anni o al contrario 3 o 4 se è più anziana); crioconservare gli altri embrioni per un successivo inserimento. E’ importante quest’ultima possibilità perché vuol dire non ripetere tutto il trattamento ormonale e di pick up (il prelievo degli ovociti da fecondare). In sintesi, si inquadra finalmente la problematica della fecondazione assistita nell’ambito sanitario con tutti i doveri e le responsabilità conseguenti a carico dei sanitari e con i diritti riconosciuti dalla Costituzione e dalle Leggi ordinarie. Uno per tutti il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione...

La Sentenza n. 151/2009 della Corte Costituzionale e i suoi effetti: approfondimenti

Un approfondimento sui contenuti della sentenza n.151/2009 della Corte Costituzionale e i suoi effetti sulla Legge 19 febbraio 2004, n.40 (Norme in materia di procreazione medicalmente assistita)
a cura di Graziella Rumer Mori per Libere Tutte

La sentenza n.151, pronunziata dalla Corte Costituzionale il 1° aprile 2009, mitiga la rigidità di impostazione della Legge 40/04 e ne rende in parte più umano il contenuto aprendo la via ad una maggior tutela della salute della donna ed al rispetto della sua dignità che la legge medesima, nel suo originario impianto, aveva grandemente trascurato.
Per meglio comprendere l’importanza di questa pronuncia che ha dato ragione della effettiva incostituzionalità di alcuni aspetti della legge, da molte parti segnalati fin dalla sua emanazione, è opportuno fare riferimento alle situazioni di fatto dalle quali ha tratto origine il procedimento, oltre che allo specifico oggetto dello stesso, alle motivazioni della decisione ed all’effettiva portata della decisione....

leggi tutto

Nuove norme in materia di procreazione medicalmente assistita

Cosa c’è di nuovo nella Legge 40/2004 ?
Molto per la salute della donna a seguito di una importante sentenza pronunciata circa un anno fa dalla Corte Costituzionale.
Prima di tale sentenza la Legge 40 stabiliva il limite per la creazione degli embrioni che non potevano essere in numero superiore a tre e l’obbligo di usare tutti gli embrioni creati in un unico e contemporaneo impianto. Il tutto con il rischio, in caso di successo, di dare luogo a gravidanze plurime e la necessità, in caso di insuccesso, di dover ripetere ogni volta la stimolazione ovarica ed il conseguente prelievo chirurgico degli ovuli da fecondare. Due pratiche invasive e pericolose sia per la massiccia assunzione di ormoni, necessaria per produrre più ovuli, sia per l’intervento di prelievo degli stessi, da farsi sotto anestesia.
Grazie all’iniziativa di due coraggiose coppie che, assumendosi il peso di un complesso giudizio civile, si sono rivolte al Tribunale di Firenze per risolvere le difficoltà che la Legge 40 creava con i suoi obblighi ed i suoi limiti, ostacolando, anziché agevolare il loro intento di realizzare la procreazione assistita, essendo portatrici di gravi patologie.
E’ stato proprio nel giudizio davanti al Tribunale di Firenze che è stata posta la questione di incostituzionalità poi esaminata dalla Corte Costituzionale con esito tanto positivo.
La Corte ha esaminato due punti della Legge 40 nel primo dei quali (Art.14 n.2) veniva stabilito il limite dei tre embrioni da creare e da “impiantare” in una sola volta. La Corte, con il suo intervento, ha cancellato sia il divieto di creare più di tre embrioni, sia l’obbligo di usarli tutti e tre contemporaneamente. Ciò significa che ora il numero degli embrioni da creare è quello che il medico ritiene necessario in relazione all’età ed alle condizioni personali della donna. Il progredire dell’età diminuisce infatti la possibilità di buon esito dell’impianto e quindi occorre un maggior numero di embrioni per ripetere i tentativi con minor danno della salute della donna. Altrettanto accade in caso di patologie che si possono trasmettere geneticamente per le quali è necessario disporre di un maggior numero di embrioni fra cui poter scegliere quelli che risulteranno sani una volta eseguite le opportune indagini.
Nel secondo punto esaminato dalla Corte (Art.14 n.3 ) venivano dettate le regole secondo le quali, quando non era possibile, per cause gravi e documentate, procedere all’impianto degli embrioni creati, era consentito di provvedere alla conservazione degli stessi “fino alla data del trasferimento in utero, da realizzare appena possibile”. Tali regole sono state cancellate dalla Corte poiché non prevedono che il trasferimento degli embrioni “debba essere effettuato senza pregiudizio per la salute della donna”.
Si tratta di un riconoscimento di grande contenuto e di straordinaria importanza, dal momento che riporta la salute della donna al centro dell’applicazione di una legge che, nel suo impianto originario, non ne aveva tenuto alcun conto. Riconoscimento che restituisce alla donna la dignità delle sue scelte.

venerdì 9 aprile 2010

Donne e uomini contro il sessismo


Giovedì 8 aprile all'Ex Fila di Firenze si è svolto il quinto incontro del ciclo Donne e uomini insieme contro il sessismo di Tv e media organizzato da Libere Tutte e Arci.
E' stata ospite Lorella Zanardo, autrice con Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù del documentario Il corpo delle donne.

mercoledì 3 marzo 2010

Manifestazione sabato 6 marzo



Libere Tutte organizza per il 6 marzo a Firenze una manifestazione per l'autodeterminazione delle donne, per la laicità dello Stato, contro ogni fondamentalismo e contro ogni forma di violenza contro le donne.
Ritrovo ore 15.00 in Largo Annigoni lato mercato di S. Ambrogio
(per leggere il testo del volantino cliccare sull'immagine)

domenica 14 febbraio 2010

Incontri su sessismo e media

L I B E R E T U T T E ! !

Donne e Uomini insieme
contro il sessismo di tv e media

Ciclo di incontri organizzato da Libere Tutte Firenze e Arci

Esistono ancora le donne? Le donne vere, con i loro volti le loro storie, i loro desideri e le loro passioni? A guardare la televisione italiana si direbbe di no: sono sparite, rimosse, cancellate. Al loro posto tanti manichini, spesso muti, belli quanto finti. Corpi siliconati, volti sfigurati pur di non mostrare i segni del tempo. E gli uomini? Spesso sono miseramente ridotti allo stereotipo del maschio cacciatore. Il documentario “Il Corpo delle Donne” evidenzia drammaticamente come questo sia l’unico modello proposto dalla televisione - cosa ancora più inaccettabile quando si tratta di tv pubblica. E gli altri media, come ci raccontano? Come uscire, donne e uomini, da queste gabbie? Discutiamone insieme!


Proiezione di “Il Corpo delle Donne” di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi e Cesare Cantù (2009, durata 25 min)


Venerdì 5 febbraio 2010 ore 21

Casa del Popolo dell’Isolotto, via Maccari 104 - Firenze

Interviene Iaia Caputo, scrittrice


Giovedì 18 febbraio 2010 ore 21

Casa del Popolo di Quinto Alto, via Venni 6, Sesto Fiorentino (Fi)


Venerdì 26 febbraio 2010 ore 21

Casa del Popolo Mercatale, via Sonnino 44

San Casciano Val di Pesa (Fi)

Interviene Barbara Spinelli - Giuristi Democratici


Venerdì 12 marzo 2010 Ore 21

Casa del Popolo di Fiesole, Via G.Matteotti 27/29, Fiesole (Fi)

Interviene Emanuela Mascherini, attrice


Giovedì 8 aprile 2010 ore 21

EX-FILA, via Leto Casini 11 (dietro Esselunga Gignoro), Firenze

Interviene Lorella Zanardo, co-autrice del documentario

In mostra “Un’Altra Donna”, fotografie di Laura Albano


Alle serate intervengono esponenti di Libere Tutte, dell'ARCI e delle Case del popolo.


Libere Tutte promuove sullo stesso tema altre iniziative in collaborazione con:

ARCI LESBICA - Via dei Serragli, 3 - 12 febbraio ore 20,30.

Sezione COOP di PONTE A GREVE - Viuzzo delle Case Nuove -
8 marzo
ore 16,30.

Commissione cultura CONSIGLIO DI QUARTIERE 5 e BIBLIOTECA BUONARROTI -

Villa Pozzolini - V.le Guidoni, 188 - 12 marzo - ore 17.

Sezione soci COOP di RIFREDI - Nord ovest - via Vittorio Emanuele - 19 marzo ore 17,30

sabato 6 febbraio 2010

Prossima riunione

La prossima riunione di Libere Tutte sarà mercoledì 10 febbraio alle ore 17.30, come sempre presso il Giardino dei Ciliegi, via dell'Agnolo 5 Firenze.

lunedì 1 febbraio 2010

Chi siamo

Siamo una rete costituita da gruppi ed associazioni di donne e donne singole, di diversa età.
Riflettiamo sul nostro ruolo nella società contemporanea italiana e non solo e ci impegniamo affinché siano riconosciuti i nostri desideri, i nostri bisogni ed i nostri diritti, a partire da quello dell’autodeterminazione. È per questo che ci battiamo contro ogni fondamentalismo, ed è per questo che siamo per una società laica, libera da ogni oppressione e rispettosa dei diritti di tutte le persone dalla nascita alla morte, come è affermato nella Costituzione Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani e nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
In questi anni stiamo portando avanti tante lotte, in primo luogo quella contro il “Femminicidio”, fenomeno mondiale spesso ignorato e di enormi dimensioni (nella sola Italia, lo scorso anno, sono state uccise 139 donne da mariti, amanti, fidanzati).
Consideriamo la violenza domestica in particolare, in tutte le sue forme, un esercizio di potere, una gravissima violazione dei diritti umani ed una discriminazione sociale.
Nel 2004 abbiamo sostenuto la campagna per il Referendum a difesa della possibilità di usufruire della procreazione assistita, Nel 2006, all’atto della sua emanazione, ci siamo occupate della Legge 54 sull’affido condiviso dei figli in occasione della separazione della coppia.
Oggi siamo impegnate per la difesa, ancora e di nuovo, della Legge 194, e per la possibilità di utilizzare la RU 486 o pillola abortiva
Siamo con i movimenti di liberazione delle donne in tutto il mondo, come l’Associazione RAWA dell’Afghanistan.
Siamo per la presenza paritaria di donne e uomini nelle Istituzioni e per una presenza paritaria ed autorevole nei luoghi dove si prendono le decisioni, per questo abbiamo partecipato alla campagna promossa dall’UDI “50 e 50 ovunque si decide”, ed alla raccolta di firme per la proposta di Legge di iniziativa popolare “Norme di democrazia paritaria per le assemblee elettive”. Ed è per questo che ci battiamo anche contro gli stereotipi di genere e contro l’uso e l’abuso dell’immagine della donna nei media e nella pubblicità.
Siamo per l’uguaglianza delle donne in ogni luogo, a cominciare dal posto di lavoro: ancora oggi il trattamento economico è differenziato e le donne sono più disoccupate e precarie degli uomini.
Siamo per una società migliore in cui sia riconosciuta l’uguaglianza dei diritti nel rispetto delle diversità.
È fondamentale che il movimento cresca, abbiamo bisogno del sostegno e dell’apporto di tutte, ed è per questo che ti invitiamo ad unirti a noi.

Ci riuniamo due volte al mese presso il Giardino dei Ciliegi, Centro Ideazione Donna, via dell’Agnolo 5, a Firenze.