giovedì 21 luglio 2011

Tunisia : attraverso il Mediterraneo il vento del cambiamento soffia verso di noi

In seguito ai contatti che abbiamo stabilito con un gruppo di donne tunisine impegnate nel Front des femmes, nell’Associatione des Femmes Democrates, presenti altresì nella Comission égalité del Movimento per il Rinnovamento - Ettajdid - abbiamo ricevuto la “Charte” con la quale la Commission égalité, in previsione delle elezioni per l’Assemblea Costituente ha lanciato un appello per la costituzione di un largo fronte democratico e progressista delle donne tunisine.

La data di tali elezioni è stata rinviata dal Governo provvisorio da quella originaria del 24 luglio (riportata nell’appello) al 23 ottobre prossimo.

La “Charte” - Carta per l’uguaglianza e la parità a favore delle donne - che pubblichiamo, è documento di grande contenuto che non richiede commento di sorta, tanto appare precisa e pregnante in ciascuna delle rivendicazioni che enuncia.

Semmai è importante ricordare che l’ “Alta Istanza per la realizzazione degli obiettivi della rivoluzione, della riforma politica e della transizione democratica” l’11 aprile scorso ha approvato, a grande maggioranza, un emendamento che inserisce nel progetto di legge sulle elezioni dell’Assemblea Costituente il principio della parità uomo-donna, rendendolo obbligatorio per tutte le liste che si presenteranno per le elezioni a detta Assemblea. L’11 aprile, definita data storica per la parità, rappresenta per le donne tunisine e per la democrazia del loro paese una pietra miliare della quale si parla con giustificato orgoglio.

Che quel vento contribuisca a sospingere anche noi !

Affinchè la parità diventi una realtà le donne devono mobilitarsi massicciamente in previsione del 24 luglio.

La Commissione Uguaglianza lancia un appello per la costituzione di un LARGO FRONTE DEMOCRATICO e PROGRESSISTA DELLE DONNE TUNISINE;

in questa prospettiva vi sottoponiamo questo progetto di Carta.

Carta per l’uguaglianza e la parità a favore delle donne

Preambolo

Tunisine e Tunisini hanno partecipato fianco a fianco alla rivoluzione per la libertà e la dignità che ha posto fine ad un regime politico dittatoriale.

Oggi noi ci prepariamo, tutte e tutti, all’avvento di un regime democratico e di una società moderna, in cui la giustizia e l’uguaglianza siano garantite senza discriminazioni per tutto il popolo tunisino.

Ora, malgrado le acquisizioni del Codice dello statuto personale e della legislazione tunisina, le donne tunisine non beneficiano ancora della piena uguaglianza dei diritti che farà di loro delle cittadine a pieno titolo.

Questa disuguaglianza dei diritti è dovuta al divario esistente tra la legge e la sua applicazione che trae origine nella persistenza di mentalità retrograde. E’ quindi necessario sviluppare e rafforzare i diritti delle donne in direzione di una uguaglianza totale, ma anche lottare contro tutte le discriminazioni nei loro confronti: la democrazia non si costruirà su diritti diseguali per più della metà della popolazione tunisina:

E’ per questo che noi lanciamo questo appello

- a tutte le donne perché si mobilitino per la difesa dei propri diritti e la loro realizzazione costituzionale, giuridica ed istituzionale.

- ai partiti politici perché pongano all’interno delle loro strutture e nei loro programmi l’uguaglianza e la parità a favore delle donne come componenti indissociabili dei diritti democratici di tutto il popolo.

__________________________

I diritti delle donne sono :

UMANI E CIVILI

- i diritti universali alla libertà di espressione, di opinione, di creazione (nella famiglia, nel lavoro, nella società, nei media)

- il diritto inalienabile di disporre liberamente del proprio corpo (scelta del coniuge, contraccezione, aborto…)

- il diritto al rispetto e alla dignità (contro le violenze fisiche, psicologiche e morali subite in famiglia, nel lavoro, nella società, nei media)

POLITICI

- il diritto di votare, di essere eleggibili ed elette alla stessa stregua degli uomini in tutti i ruoli della vita politica, economica, sindacale e professionale

- il diritto alla partecipazione, al potere decisionale, nella vita politica, sindacale e professionale

ECONOMICI

- il diritto al lavoro in tutti i settori (contro il lavoro precario e flessibile delle donne, il lavoro part-time, lo sfruttamento nelle imprese di subappalto, la penalizzazione delle donne nel mercato del lavoro a causa della loro condizione)

- il diritto all’accesso ai posti di responsabilità senza discriminazione sessista in relazione alla maternità (istituzione del congedo parentale)

- il diritto ad una retribuzione uguale a quella degli uomini, a parità di competenze e responsabilità

- il diritto di beneficiare di buone condizioni di lavoro (sviluppo del carico pubblico della cura dell’infanzia mediante la moltiplicazione dei nidi e dei giardini d’infanzia, regolamentazione degli orari delle scuole elementari, equa ripartizione del lavoro domestico e dei compiti educativi nella coppia e nella famiglia…)

- il diritto alla proprietà, alla comproprietà ed all’uguaglianza in campo successorio

SOCIALI E CULTURALI

- il diritto ad una scolarizzazione egualitaria e moderna in una scuola repubblicana mista

- il diritto a cura mediche di qualità ed alla salute riproduttiva che comprende la prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili

- il diritto alla casa ed alla sicurezza sociale

- il diritto all’uguaglianza ed al rispetto in seno alla famiglia (sostituzione dell’autorità genitoriale all’autorità paterna, lotta contro le violenze familiari e coniugali ed allo sfruttamento delle ragazze e delle donne)

- il diritto a beneficiare di un’immagine sociale e culturale che non svalorizzi, né renda inferiori le donne

Questi diritti devono concretizzarsi in una Costituzione che proclami la totale uguaglianza tra le donne e gli uomini, una legislazione che consacri questa uguaglianza in modo chiaro e preveda sanzioni in caso di inosservanza, l’adesione piena e totale del nostro paese a tutte le Convenzioni internazionali a favore dei diritti umani ed in particolare la rimozione della riserva sulla Convenzione per l’eliminazione di tutte le discriminazioni riguardo alle donne (CEDAW).