giovedì 6 giugno 2013

22 maggio per la 194

Report della tavola rotonda  “Dopo 35 anni ... che fatica applicare la 194” de22/5/2013 alla  Casa del Popolo dell'Isolotto a cura di Libere tutte – Il Giardino dei ciliegi -  Laboratorio per la laicità – Se non ora quando? Firenze

interventi programmati di: Lucia Bagnoli,  Mara Baronti, Daniela Lastri, Marisa Nicchi, Antonio Panti, Monica Sgherri, Milli Virgilio.
Introduzione di Luisa Petrucci
Coordinamento di Anna Picciolini

Luisa Petrucci  mette in evidenza come  oggi, nelle strutture pubbliche, non abbia più senso  l'obiezione di coscienza che è diventata un vero e proprio sabotaggio nei confronti della legge.
L'obiezione di coscienza, che è una scelta individuale,  è diventata obiezione  di struttura.  
Lo Stato, seguendo le direttive del Vaticano, diviene sempre meno laico e sempre più confessionale.
Le statistiche ci dicono che le IVG sono diminuite, ma in effetti si riscontra un notevole aumento delle donne costrette a abortire all'estero a causa delle difficoltà che incontrano in Italia.
Rileva, inoltre, lo scarso utilizzo, nel nostro Paese (in particolar modo dovuta all'opera di dissuasione) della metodica dell'intervento farmacologico.
E, infine, riporta le osservazioni che le associazioni delle donne hanno presentato in relazione al PISSR sull'applicazione della legge 194 che sono divenute poi indicazioni alle consigliere regionali di maggioranza per l'elaborazione della loro mozione (v. in allegato le proposte delle associazioni)

Lucia Bagnoli, ginecologa che fa parte della LAIGA:  ha affermato, che è tempo di non attribuire agli operatori sanitari che applicano la legge (la 194) la qualifica negativa contrassegnata dal NON (non obiettori) ed ha ribadito poi le indicazioni della LAIGA per superare le attuali difficoltà, e cioè:
-        la necessità di introdurre incentivi per gli operatori che applicano la legge, partendo dalla convinzione che "un buon medico - un buon operatore - non obietta", e disincentivi per quelli che invece obiettano;
-        la promozione della metodica dell'aborto farmaceutico, non collegando la somministrazione della RU486 nemmeno all'hospital day - come già fanno in Francia -;
-        la necessità di giungere, sul piano generale, ad una normativa più precisa riguardante l'obiezione di coscienza;
-        l'obbligo per  tutte le strutture accreditate che fanno diagnosi prenatale  di praticare l'IVG.

Mara Baronti richiama il cammino che ha portato all'elaborazione di proposte concrete per contrastare la mancata applicazione della L.194, a partire dall'obiezione di coscienza, diventata in tante strutture e in intere zone del paese strumento di boicottaggio della legge, colpendo al cuore l'autodeterminazione delle donne, di tutte e di ciascuna, nodo nevralgico da salvaguardare della L.194. Sottolinea in particolare:
- l'esigenza che una donna, nel momento in cui sceglie il proprio medico curante, possa sapere, anzi, abbia il diritto di sapere, se questo medico è obiettore o no (meglio, come suggeriva Lucia Bagnoli, se attua o no la L.194) e ricorda in proposito la ricerca fatta per Libere Tutte da Graziella Rumer Mori, offrendo spunti per formulare la proposta volta ad ottenere la predisposizione di elenchi dei medici obiettori e non obiettori e l’accessibilità degli stessi da parte di chi vi ha interesse;
- la necessità di fare passi avanti nella diffusione dell'aborto farmacologico, della RU486, molto difficilmente accessibile anche in Toscana, nonostante il ruolo pionieristico che la Regione ha assunto.

La consigliera regionale Daniela Lastri, firmataria anch'essa della mozione sulla 194 depositata in consiglio regionale ha ribadito:
-        l'importanza del rapporto fra le/i rappresentanti delle istituzioni e le associazioni delle donne
(infatti, è attraverso un percorso basato appunto su questo tipo di relazioni che si è arrivati alla presentazione della mozione sulle difficoltà relative all'applicazione della 194),
-        la necessità di implementare  il lavoro con le/gli adolescenti, che  è stato un po' accantonato e che passa, in gran parte, attraverso il potenziamento dei consultori come luoghi d'informazione, di formazione, di avvio della procedura per l'IVG,
-        l'importanza  della presentazione della  mozione, indispensabile anche per  rompere il silenzio che grava su questi temi.

La deputata Marisa Nicchi, ha illustrato la  mozione presentata dal Gruppo SEL alla Camera dei deputati il 21 maggio, sull'obiezione di coscienza e 194 (v. allegato).
Ha parlato della drammaticità dello stato di applicazione della legge ha ricordato i dati della relazione presentata al Parlamento dal Ministro della salute, da cui risulta che quasi sette medici su dieci sono obiettori di coscienza.
Si è soffermata soprattutto:
-        sulla  necessità di valorizzare e ridare piena centralità ai consultori,
-        sulle  difficoltà esistenti oggi in Italia per la scelta dell'aborto farmacologico (soprattutto a causa dell'obbligo del ricovero ospedaliero nella maggioranza delle regioni italiane),
-        sull'opportunità  di rendere più difficile il raggiungimento dei livelli apicali per i medici obiettori,
-        sulla  necessità di assumere personale non obiettore.

 Antonio Panti, presidente  della Federazione regionale dell'Ordine dei Medici si è soffermato in particolar modo su alcuni punti  sollevati nel dibattito.
-        per quanto riguarda le difficoltà relative all'utilizzo della RU486, sarebbe opportuno, per superarle,  che il Consiglio regionale chiedesse al Consiglio Sanitario regionale un parere su tale metodica e sulle sue concrete applicazioni,
-        in relazione  alla compilazione di elenchi di medici obiettori e non, il problema è il bilanciamento tra privacy e trasparenza. Ma è indubitabile che la persona che sceglie un medico debba conoscere tutte le sue caratteristiche professionali,
-        per quanto riguarda  la possibilità di assunzioni di personale sanitario non obiettore (o, meglio, che applica la legge), va considerato che ciò è sicuramente possibile tramite assunzioni a contratto a tempo determinato, mentre è più difficoltoso attraverso concorsi per posti a tempo indeterminato, che potrebbero incorrere nell'accusa di essere discriminatori.
-        occorrerebbe portare delle situazioni concrete riguardanti queste problematiche al vaglio della Corte di Cassazione e/o della Corte Costituzionale, in modo da porre, attraverso la via giurisdizionale, la questione della tutela effettiva del diritto  della donna all'interruzione di gravidanza (così come  è stato fatto per la PMA), che per questa via è stata di fatto svuotata di contenuto e ne sono stati ridotti i danni,
-        c'è la necessità di inserire nei corsi di formazione delle laureande e dei laureandi il tema della 194

La consigliera regionale Monica Sgherri ha illustrato la mozione presentata  da varie consigliere e consiglieri alcuni giorni fa in Regione (v. allegato).
Ha messo in rilievo il fatto che la mozione è stata elaborata  in seguito ad un rapporto positivo sviluppatosi fra le consigliere regionali di maggioranza e le associazioni Artemisia, Il Giardino dei ciliegi, Intersexioni, Libere Tutte, Rete delle donne “Io difendo la 194”, Se non ora quando
Ha sottolineato alcuni punti della mozione e cioè:
-        l'esigenza di determinare i parametri di personale sanitario per garantire  la piena applicazione della legge 194/78,
-        la necessità di  tutelare la  professionalità del personale non obiettore da non relegare esclusivamente ai servizi di IVG,
-        l'esigenza di potere accedere agli elenchi dei medici obiettori e non obiettori.
           
 Milli Virgilio, avvocata,  esprime il suo compiacimento per l'iniziativa, particolarmente importante in un momento in cui c'è un quasi totale silenzio, a sinistra, sulla 194 e le sue difficoltà di applicazione.
L'unico a porre l'accento sulla necessità di una piena applicazione della 194 è il Movimento per la vita, che rivendica il diritto di  entrare nei Consultori, evidentemente per fare opera di dissuasione sulle donne che chiedono l'IVG.
Da Firenze potrebbe nascere un vero e proprio Laboratorio per la piena attuazione della legge nella direzione del rispetto della volontà e dell'autodeterminazione della donna.
In effetti l'obiezione di coscienza è il punto debole della 194, che inserisce un cuneo in una normativa basata in gran parte sul principio dell'autodeterminazione della donna.
Per contrastare e rovesciare questa situazione bisogna agire su più fronti:

-        raccogliere dati (p.e.: sugli operatori sanitari non obiettori, disaggregati per età),
-        riaprire la discussione ai vari livelli istituzionali, in Parlamento e  nelle Regioni
-        mettere a fuoco le possibilità di intervento per ottenere la pubblicità degli elenchi dei medici obiettori e non obiettori (fare cause pilota come per la legge 40 sulla PMA),

L'attività di base, di laboratori sul territorio, è indispensabile per un'opera di sensibilizzazione e per l'apertura di vertenze di carattere generale.
Altri interventi dal pubblico hanno posto l'accento sulla necessità  di fare formazione  nelle scuole su questi temi
Per concludere, sintetizzando le proposte emerse nel corso dell'incontro, si è rilevato che occorre:
 -        impegnarci a seguire il percorso delle mozioni presentate sia alla Regione che alla Camera, per sostenerle e farne dei punti di riferimento per altre iniziative;
-         verificare  la possibilità di fare cause pilota, da far giungere  agli organi giurisdizionali competenti (in questo caso  il TAR o, come già accaduto per la legge 40, la Corte Costituzionale),
-        aprire delle vere e proprie vertenze per il potenziamento dei Consultori, in modo che agiscano, specialmente nei confronti delle/degli adolescenti, sul piano della prevenzione, dell'informazione dell'educazione sessuale, dell'uso delle pratiche contraccettive;
-        operare per una sempre maggiore diffusione della metodica dell'aborto farmacologico, individuando le modalità che lo possano rendere più agevole.

Tutto questo deve portare alla realizzazione di un vero e proprio laboratorio per la piena applicazione della 194, su cui avere,  un incontro di verifica sul tipo di quello promosso oggi.

Luisa Petrucci, Anna Picciolini, Sergio Tamborrino, Lea Fiorentini



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