D E C I D O I O
25.2.2015
Circolo ARCI Le
Panche
Primo incontro della seconda
edizione dell’iniziativa “DECIDO IO”, promossa ed organizzata da Libere
Tutte in collaborazione con l’ARCI.
Luisa
Petrucci di Libere Tutte ha introdotto il tema dell’incontro, Libere di scegliere: sessualità, maternità e
aborto ci appartengono. Difendiamo la 194, illustrandolo in relazione al
ciclo di iniziative DECIDO IO, il cui filo conduttore è la libertà di decidere
- l’autodeterminazione che le donne rivendicano da gran tempo.
Ha
quindi evidenziato, a fronte di tale assunto, l’attuale drammatica difficoltà
di esercitare il proprio diritto di scelta che le donne incontrano quando intendono fare ricorso all’IVG in base
alla Legge 194/78.
Si
tratta infatti, nel caso della 194, di una legge largamente non attuata, a
causa, principalmente, dell’obiezione di coscienza, prevista dall’art.9, che,
presente a tappeto sull'intero territorio nazionale, con una media del 70% di obiettori, in talune
regioni sfiora il 90%.
L'obiezione,
così come regolata nella 194 presenta una grave anomalia: gli obiettori sono
tutelati dalla legge stessa a disobbedirle. Il personale sanitario può
rifiutarsi di eseguire gli aborti senza
dover prestare alcun servizio supplementare.
Un
diritto individuale, la libertà di scelta dell'obiettore, passa avanti, in tal
modo, a un diritto collettivo, quello della libertà di scelta delle donne e
della tutela della loro salute. Anche a livello europeo ci si è accorti di tale
contraddizione, come dimostra l’ammonimento formulato l’8.3.2014 dal Comitato
Europeo dei Diritti Sociali - che ha accusato l’Italia di violare i diritti
delle donne a cui viene impedito di abortire a causa dell’elevato e crescente
numero dei medici obiettori.
Nonostante
la legge assegni alle Regioni il compito di controllare e garantire
l'applicazione della legge stessa, molte di esse sono inadempienti e quindi
agiscono nell'illegalità.
Ulteriore preoccupazione desta il fatto che l'obiezione
di coscienza venga sollevata, in gran parte, dalle giovani e dai giovani: il
problema, di conseguenza, si aggraverà tra pochi anni con il pensionamento di
molto personale non obiettore.
Tutto ciò ha fatto riemergere la piaga degli aborti clandestini. E' lo stesso Ministero della Salute che nella relazione annuale del 2014 stima il numero degli aborti clandestini in 20.000 (15.000 praticati da italiane e 5.000 da immigrate).
Tutto ciò ha fatto riemergere la piaga degli aborti clandestini. E' lo stesso Ministero della Salute che nella relazione annuale del 2014 stima il numero degli aborti clandestini in 20.000 (15.000 praticati da italiane e 5.000 da immigrate).
L'obiezione
di coscienza non si ferma all'IVG ma si estende anche alla contraccezione
d'emergenza (la cosiddetta pillola del giorno dopo e pillola dei cinque giorni dopo) considerata pratica
abortiva dalle autorità cattoliche.
E'
stata scritta in proposito alla Ministra
Lorenzin una lettera - alla quale hanno aderito molte associazioni - in cui si
chiede di seguire la posizione assunta dalla Commissione Europea che nel mese
scorso ha autorizzato l'uso della pillola dei cinque giorni dopo senza ricetta
medica.
Luisa
Petrucci ha ricordato inoltre quanto
accaduto al documento dell'eurodeputata Estrela sui diritti sessuali, riproduttivi e il diritto all'aborto,
bocciato anche per “merito” di 6 parlamentari del PD, ed ha auspicato che il
documento presentato dall'eurodeputato belga Tarabella (simile per molti
aspetti a quello di Estrela) venga approvato dal Parlamento europeo.
Ha
infine segnalato l’incidenza del depotenziamento dei consultori, il difetto di
educazione delle e dei giovani alla maternità e paternità responsabile e
l’esplosione del fenomeno delle baby mamme fornendone i dati riferiti al 2012
(Catania 395, Palermo 433, Napoli 1007) ed ha quindi concluso sottolineando
ancora gli attacchi ai diritti sociali, economici e civili in atto e la
conseguente necessità di muoversi concretamente. Un esempio di come con
l'iniziativa e il movimento si riesca a raggiungere dei risultati lo si è avuto
nel giugno del 2013, quando, chiuso il
servizio di IVG all'ospedale di Borgo San Lorenzo, il Coordinamento difesa 194,
nato per l'occasione e composto da molte associazioni, esponenti dei partiti e
dei sindacati riuscì ad ottenere la sua riapertura e un tavolo di confronto
permanente fra la Regione
e le associazioni.
In
assenza di Maria (Milli) VIRGILIO di GIUd’IT per impegni professionali,
Graziella RUMER MORI, ella pure di GIUd’IT oltre che di Libere Tutte, ne ha
porto l’intervento come qui riassumiamo:
Milli
Virgilio segnala l’attuale vanificazione della Legge 194 e mette in evidenza
come, allo stato dei fatti, vada reimpostata la nostra linea di intervento. Le
parole d’ordine La legge 194 non si tocca
– Difendiamo la legge 194 risultano oggi inadeguate proprio in relazione al
processo in atto di “svuotamento” della 194, attaccata non direttamente in quanto legge, con iniziative
legislative e/o giuridiche, ma mediante la sostanziale lesione
dell’autodeterminazione femminile, attraverso l’obiezione di coscienza. Le
criticità che, oltre all’obiezione, ostacolano l’ attuazione della 194 sono lo
scarso utilizzo dell’aborto farmacologico, gli ostacoli alla prescrizione della
pillola del giorno dopo e il difetto di educazione alla contraccezione. Dice
Milli “la logica difensiva della legge è divenuta oggi insufficiente” e occorre
quindi muoverci attivando concrete iniziative.
L’obiezione comprime i diritti dei soggetti che subiscono
la scelta dell’obiettore: le donne ed il personale non obiettore. Con
l’obiezione, che non può essere trattata come un diritto privilegiato, senza
oneri, viene legittimata l’inosservanza di leggi che tutelano diritti
fondamentali, costituzionalmente garantiti, quali la salute e la libertà di
scelta. I doveri vengono prima dei diritti (v. “Doveri costituzionali e
obiezione di coscienza” di Federica Grandi - Napoli 2014 -) e, comunque , “il
diritto delle donne ad interrompere la gravidanza non ha lo stesso rango di
quello del medico ad obiettore perché per la donna è in discussione il diritto
alla salute e la libera scelta sul
proprio corpo”…, “non ci può essere bilanciamento perché i professionisti che
rivestono funzioni pubbliche, come quella del medico e infermiere, sono tenuti
a rispettare i diritti fondamentali”. Il consolidamento dell’obiezione è
arrivato in molti casi a determinare la c.d. obiezione di struttura, del tutto
illecita in quanto contravviene al dovere degli enti ospedalieri e delle case
di cura autorizzate di assicurare l’espletamento delle procedure e
l’effettuazione degli interventi. Allo stato si registra la tendenza a
rivendicare a tutto campo l’applicazione dell’esonero dei medici obiettori,
arrivando alla pretesa da parte dei farmacisti e dei medici di base di
estenderlo alla prescrizione della pillola del giorno dopo. L’obiezione di
coscienza dei farmacisti è oggetto di progetti di legge presentati in questa
legislatura. E’ in questo panorama che si inserisce l’azione di Zingaretti che
nelle sue linee di indirizzo per la Regione Lazio ha prescritto che il personale
operante nei Consultori Familiari non può esercitare l’obiezione di coscienza
rispetto alle attività di attestazione dello stato di gravidanza e della richiesta di effettuazione di IVG,
nonché alla prescrizione della pillola del giorno dopo. L’immediato ricorso del
movimento per la vita al TAR del Lazio,
da questo respinto, ha poi trovato parziale accoglimento in via di urgenza da
parte del Consiglio di Stato che ha riconosciuto l’esonero del medico obiettore
dall’obbligo di rilasciare il documento, mantenendo quello di prescrivere
contraccettivi meccanici e postcoitali. Siamo in attesa della definitiva
decisione del TAR.
Milli
Virgilio, confermando la propria disponibilità a lavorare con noi, ha
indicato possibili iniziative da
promuovere: raccolta dati numerici (per struttura e complessivi) per denunziare
illegittime obiezioni di struttura; richiamo alle Regioni al dovere di controllare e garantire
l’attuazione della legge “anche attraverso la mobilità del personale” e
sollecito affinché forniscano dati sugli
aborti spontanei (spesso conseguenti ad
aborti clandestini) nonché sui medici - distinti per età-, stante il prossimo
pensionamento di molti medici non obiettori; richiesta alle Amministrazioni
sanitarie di esporre al pubblico prospetti relativi ai turni ed alle fasce
orarie di presenza dei medici non obiettori. Iniziative da discutersi in gruppi
di lavoro interdisciplinari che dovranno
attivarsi anche per offrire un servizio di assistenza legale alle donne che, in
difetto di applicazione della 194, subiscono danni o rifiuti.
INTERVENTO
di Stefania La Rosa
(Coordinamento difesa 194)
Nel
giugno 2013 a
seguito della decisione di chiudere il servizio di IVG (interruzione volontaria
di gravidanza) e aborto terapeutico di Borgo San Lorenzo (per centralizzarlo
all’IOT di Firenze) si è svolto un presidio davanti all’ospedale di Borgo S.
Lorenzo. Durante il presidio è stata promossa una raccolta firme contro la
chiusura del servizio.
Nasce
da questo brutto episodio il “Coordinamento Difesa 194” per il mantenimento del servizio di IVG presso
tale ospedale e per la corretta applicazione della legge 194/78 in tutta la Toscana. Al
Coordinamento aderiscono numerose associazioni e realtà, partiti politici e
singole persone. Il Coordinamento - che raccoglie più di 350 cittadine e
cittadini e oltre 20 tra associazioni e organizzazioni politiche - si è subito
attivato con presidi, incontri, comunicati stampa.
Va
detto che in quell’occasione è subito emerso il grave problema dell’obiezione
di coscienza anche nella nostra regione. A Borgo infatti su 9 ginecologhe/i
solo una/uno era non obiettore. Il Coordinamento ha quindi chiesto l’apertura
di un tavolo regionale di confronto con le istituzioni sulla 194.
Tra i
dati negativi va ricordata la bocciatura della mozione preparata con le
consigliere regionali che avrebbe dato un
indirizzo politico alla Giunta per risolvere le difficoltà causate
dall'obiezione di coscienza. La mozione prevedeva, tra le altre cose, l'impegno
della Regione a assicurare i parametri di personale per una piena applicazione
della legge, tutelando la professionalità del personale non relegandolo
esclusivamente ai servizi di IVG (in merito il Coordinamento ha chiesto una
verifica dell’Ordine dei medici sui carichi massimi di lavoro per medico). Si
chiedeva anche l’istituzione di elenchi di medici obiettori e non obiettori, e
che nei curricula di chi partecipava ai concorsi ospedalieri fosse esplicitata
la posizione riguardo all’articolo 9 della 194 e di vincolare la scelta per un
periodo di almeno tre anni. Altro punto importante: garantire il servizio anche con la mobilità del personale obiettore.
Purtroppo la mozione è stata bocciata per un solo voto. I punti della mozione
sono stati trattati al tavolo. Nell’ultimo incontro ci è stato detto che non è stato trovato un
accordo per problemi di privacy sugli elenchi obiettori/non obiettori ed è
stato ipotizzato di creare una sorta di albo dei non obiettori su base
volontaria.
Tra gli
obiettivi positivi raggiunti abbiamo
· il mantenimento del servizio a Borgo San Lorenzo;
· la consegna al Coordinamento dei dati regionali sull’IVG
con il dettaglio degli obiettori per struttura sanitaria; dai dati risultano
forti sacche di obiezione in alcuni territori, come nella provincia di Massa,
Lucca, Arezzo, Pisa, ecc. Stando ai totali ministeriali la Toscana ha una percentuali
di obiezione del 55,5%, ma guardando alle nostre tabella ci sono zone in cui le
percentuali sono molto preoccupanti. E’
quindi indispensabile un monitoraggio costante. Il Coordinamento ha chiesto che
vi sia una riduzione del personale obiettore non superiore al 50% in ogni
struttura. La Regione si è impegnata a
consegnare la rilevazione sull'applicazione della L. 194 entro il 15 gennaio e per semplificare la rilevazione ha chiesto
un referente unico per azienda;
· l’avvio di una sperimentazione, la prima in Italia, per la
somministrazione della RU486 nei consultori è attualmente in atto in quattro
alcune aziende,
· la presa di posizione dell’Ordine dei medici sulla pillola
del giorno dopo (non abortiva ma contraccettiva);
· la presa in esame della richiesta di potenziamento dei
consultori che verrà attuata anche tramite la condivisione di “best practise”
sviluppate nelle singole aziende per poterne generalizzare l’uso;
· l’attenzione all’informazione anche tramite mezzi
innovativi (a Pisa se ne sta predisponendo uno per informare sui percorsi di
nascita e IVG) e agli orari di accesso nei consultori per renderli fruibili
alle giovani generazioni;
· la necessità di far fronte al rifiuto della pillola del giorno dopo (stanno
seguendo un caso avvenuto in un pronto soccorso);
· l’impegno a scrivere un verbale condiviso che renda noto i
punti trattati e gli impegni presi nel tavolo.
Le
rappresentanti del Coordinamento hanno partecipato a numerosi incontri ed
eventi e hanno anche portato degli emendamenti al Piano Socio Sanitario in
discussione la scorsa estate, proseguendo un lavoro già svolto dalle singole
associazioni.
Concludendo
il lavoro del Coordinamento è stato molto importante ed utile ed è una buona
base per lo sviluppo di un lavoro costante a livello regionale. Il
Coordinamento potrebbe anche proporsi come punto di raccolta per le donne per i
disservizi rilevati sul territorio in modo da essere anche un riferimento per
le donne. Importante è anche il lavoro che si sta svolgendo sul territorio
fiorentino con il “Consultorio in piazza” che vede attive molte associazioni
che fanno parte del coordinamento e che si propone di portare questi temi fuori
dal privato in cui sono stati cacciati negli ultimi anni e di sensibilizzare sul depotenziamento dei consultori per
rilanciare i consultori stessi.
INTERVENTO
di Leticia Zenevich: Ben contenta di essere con voi, in rappresentanza
dell’organizzazione Women on Waves, consorella di Women on Web, vi parlerò del
nostro progetto. La prima fu fondata nel 1999 in Olanda da Rebecca
Gomperts partendo dell’idea che è possibile abortire al di fuori di ogni paese
che vieti tale pratica, ove ci si trovi a bordo di una nave di un paese nel
quale l’aborto sia legale; in tal caso la legge applicabile è quella del paese
di appartenenza della nave stessa. La nave porta in giro una mostra di artiste
in modo che non sia possibile capire se le donne che vi salgono visitino la
mostra o facciano altro.
“Wessel”,
un film del 2014, racconta la nostra storia partendo dall’esperienza di Women
on Waves in vari paesi ( Polonia, Portogallo, Spagna e Marocco). Le nostre
campagne miravano a far crescere in ogni paese la discussione sull’aborto
guardando all’autonomia della donna nelle decisioni relative al proprio corpo
non solo come a un diritto da rivendicare, ma come ad una parte della vita
delle donne “inaccessibile” per lo stato, per la religione o altri attori
sociali o politici. La metafora della nave rende bene l’idea della “sovranità”
femminile che lo stato non può controllare per legge.
Nonostante
il ruolo mediatico da esso svolto, l’uso della nave non rappresenta una
modalità sostenibile e Rebecca lo ha sostituito istituendo un servizio di tele-medicina
- Women on Web - che consente alle donne di tutto il mondo di fruire di
consulenza medica on line. Le donne, via web, formulano domande di ogni tipo,
ricevono spiegazioni ed istruzioni ed i medicamenti per abortire vengono loro
forniti da un’organizzazione collegata con Women on Web.
Il
nostro lavoro non mira solo ad assicurare alle donne la possibilità di accedere
ad un aborto sicuro, ma vuole dimostrare che le donne possono esercitare i loro
diritti riproduttivi senza l’intervento dello stato e del potere medico,
standosene a casa loro.
La
“sovranità” che, all’inizio del nostro lavoro, la donna ha dovuto cercare in
acque internazionali, ora, con Women on Web, la trova ovunque. Gli stati hanno
dei confini, l’autonomia di decisione
sul proprio corpo crediamo di no.
Sarò
contenta di parlare con voi per sapere se potremo lavorare insieme.
Luisa
PETRUCCI fa presente che Anna POMPILI, componente della FIAPAC ( International
Federation for Professional in Abortion and Contraception) e del Coordinamento
del Lazio degli operatori di contraccezione e aborto, impossibilitata a
presenziare al nostro incontro, ha trasmesso un corposo e significativo
intervento scritto che viene allegato al presente resoconto, come Anna ci ha
abilitato a fare.
INTERVENTO
di Agnese Fusco (Libreria delle donne -
Firenze)
L'autodeterminazione delle donne,filo conduttore della Libreria delle donne, corre un serio
pericolo.
Se è
vero che i diritti non sono per sempre: quelli scritti con e sul corpo delle
donne sono costantemente in bilico. La legge 194 è sotto attacco. Oltre alle
aggressioni di tipo normativo o applicativo,
più subdolo e altrettanto pericoloso è l'attacco di tipo
"culturale". L'immaginario collettivo è stato manipolato
continuamente, estendendo arbitrariamente il concetto di vita, personalizzando
ed esternalizzando il feto, assegnando alla donna il ruolo di contenitore di
embrioni, creando un'aspettativa pubblica, rispetto alla gravidanza, di
accettazione estatica o, in caso di IVG, di dolore inconsolabile e rimorso
perenne. Il ricorso alla pillola del giorno dopo (e simili) viene ferocemente
osteggiato, anche perché non provoca sofferenza di tipo fisico, non si vede il
sangue ( "il prezzemolo tecnologico"), di conseguenza la donna non
"espia" la sua sessualità. Vengono propagandate argomentazioni
dissuasive (dall'IVG) di ogni tipo; ultimamente è stata tirata in ballo la SPA (sindrome post abortiva)
sulla falsariga della sindrome postraumatica: non abortire, perché ancora non lo sai, ma poi soffrirai.
Vengono santificate le donne morte per portare a termine la gravidanza, creati
cimiteri per feti, passano in continuazione, in fascia pomeridiana, trasmissioni quali: 16 anni e incinta! Unico
rimedio: informare, dotare di strumenti critici quante più persone possibile.
A
conclusione dell’incontro, ricco di spunti, informazioni e indicazioni, Luisa
Petrucci sottolinea che i tempi sono maturi, per dar vita a quel gruppo di
lavoro proposto già due anni fa, durante l'iniziativa organizzata da Libere
tutte in occasione del compleanno della legge 194, gruppo di lavoro che, con l’apporto delle diverse professionalità possa condurre
attività di ricerca in ambito medico e giuridico, di vigilanza e di tutela volte, oltre che
all’ottenimento dell'attuazione della Legge 194/78, ad individuare concreti correttivi delle
criticità segnalate nel corso del presente incontro.